3 nov 2012

SEASTORMING

Il mare suscita soltanto tristezza: a guardarlo vien voglia di piangere. Il cuore è preso dallo sgomento dinanzi alla sterminata distesa di acque e non c'è dove posare lo sguardo, affaticato dall'uniformità di quello spettacolo senza fine. (Ivan Aleksandrovic Goncarov, Oblomov, 1859)

Oggi 1 novembre 2012 alle ore 13 circa sono sulla scogliera e guardo la burrasca: un attacco all'arma bianca dell'elemento liquido contro l'elemento solido. Il mare e il cielo si confondono in un grigiore indistinto e lassù in alto, fermo, immoble come un aquilone un gabbiano. Visioni apocalittiche mi attraversano la mente, un'attimo le vedo,e poi niente più, mi sento fragile e indifeso, mi sento intorpidito.

La tempesta si accanisce sul litorale, le onde esplodono sulle rocce, lame di acqua tagliano e squarciano l'aria, il maestrale furioso assale la terra, l' ansia mi prende: noi tutti dovremo prepararci a perire nell'ultima e definitiva tempesta.

Il mare incanta, uccide, commuove, spaventa, alle volte si traveste da lago, ogni tanto si trasforma in tempeste, distrugge navi, regala ricchezze. Ma sopratutto non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Il mare chiama. Non fà altro, in fondo, che chiamare. Non smette mai, ti entra dentro, ce l'hai addosso e puoi anche far finta di niente ma non serve, continuerà a chiamarti.

A volte mi sento come sballottato nel tempestoso oceano della vita e mi domando se questa piccola barca riuscirà mai a non essere inghiottita dai flutti e a raggiungere il sicuro approdo. Però, guardando nell'oscurità scorgo la debole luce del faro e la lanterna del rimorchiatore che, sfidando la violenza della tempesta, mi aspetta all'ingresso del porto per guidarmi sicuro alla banchina di attracco e per accogliermi finalmente a casa. 

Che senso avrebbe quindi lasciarmi andare alle onde? E' sicuramente più logico stringere i denti e aggrapparmi a quell'unico appiglio per non sprofondare negli abissi di una anonima e malinconica esistenza. Esiste sempre una via d'uscita. Un giorno riderò pensando alla ferocia della burrasca e al tetro richiamo di una fine precoce. Ognuno di noi è quello che è, ci si puo' lavorare sopra ma alla fine rimaniamo sempre gli stessi, solo con degli anni in più', anni che per qualcuno passano sereni e spensierati, per altri invece fra mille difficoltà, scogli da scavalcare sui quali  qualche volta capita di scivolare rovinosamente.

Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprò neanche come ho fatto ad attraversarla e a uscirne indenne. Anzi, non sarò neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma una cosa è certa: sono uscito da quel vento e non sarò più lo stesso che vi è entrato. Il mare in tempesta agita le onde, nere nubi oscurano l'azzurro del cielo ma lì nell'orizzonte già si scorge il sereno, tornerà a placarsi il mare e risplenderà alto il sole.

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